Pagina:Delli componimenti diversi di Carlo Goldoni 1.djvu/136

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Chi è mai sì ignaro degli Adriaci Fasti,
Che nomi tali non conosca, e appieno
76I lor nuovi non sappia, e prischi onori?
   Non le fere battaglie, e i tristi eventi
Della tenace sanguinosa pugna
La pacifica Musa a cantar prende;
80Ma se meschiare a te piacesse, o Vate,
All’imprese d’Amor del furibondo
Marte le stragi, spazioso campo
Offre a’ tuoi carmi la Vittoria stessa,
84Che i Gradenighi, ed i Valieri addita,
Gloria, ed onor de’ Secoli vetusti,
E in Carte, e in Bronzi, e in sculte Tele. e in Marmi
(Memorie eterne dei Guerrieri antichi,
88Provido esempio ai successor Nipoti)
E ai rami eterni di sì eccelsi Tronchi,
Mira appese le Porpore sublimi,
E i Regal Manti, e le Ducali Insegne,
92Sudati frutti di valor Guerriero.
   Lunge lunge de’ bellici Strumenti
Il suon feroce in sì bel giorno; Euterpe
Spinga soavemente il dolce fiato
96Nelle stridule canne; accosti all’Arpa
Tersicore la mano; e dolcemente
Odasi Erato tasteggiar la Cetra,
E Clio la Lira, e Calliope il Plettro:
100Formi Urania i presagi, ed apra il Fonte
Polinnia dei Rettorici concetti.
Delle nove Sorelle, a te stan sette,
Sciugliaga, d’intorno. Io vantar posso
104Le grazie umìli di Talia sol tanto;
E talor di Melpomene superba
Il Coturno baciar. Deh se ti cale
Di Cristoforo tuo l’onor, la Fama,
108Se di Teresa le virtudi eccelse,
E di tale Imeneo le Glorie, i Fasti,
Non arrestar de’ dolci carmi il suono,
Per lasciar me nella più dura impresa,
112In cui non lice adoperare il Socco.
Ma tant’obbligo ho teco, e l’amicizia
Tanto può in me, tanto l’umìl rispetto,
Che al Nome illustre di tai Sposi io serbo,
116Che vo’ al di sopra di me stesso alzarmi.


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