Pagina:Dello squadro-1625.pdf/10

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faccia sotto i felicissimi auspicij di V.S. Illustrissima; avvenga che, quando pure alla fine piacque à Dio, Ottimo, Massimo, di liberarmi da i cattivi, & inhumani portamenti di quel dispietato, che mi teneva in custodia, contrarmi d’un’angosciosa, e tenebrosa buca, nel venire rilegato in questa nobilissima Città di Milano, appena toccai i suoi confini, che come Aristippo nel lido di Rodi; feci giuditio, non mica per inditij di figure impresse nell’arena; ma da contrasegni pieni di magnificenza, & splendore, che io era giunto in parte habitata da huomini di valore non ordinario; & dove, come hò poi trovato essere in effetto; sono coltivate, & havute in pregio le scienze, & l’arti più eccelenti: nè le conietture riuscirno vane, essendomesi quasi subito presentata occasione di mostrare à V.S. Illustriss., & ad’ altri Cavalieri della qualità sua, le matematiche, & indi à poco, favoritamente fattone publico lettore di esse nelle scuole Platine: siche da così lieto principio, come dalla desiata luce di Santo Hermo; presi non picciola speranza, che di così calamitosa borasca, fosse hormai giunto il fine; & d’havere afferrato ad’ un sicuro porto di quie-

te, do-