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Del vasellame parte era nero, parte rosso, quasi tutto fatto al tornio, del quale sono più o meno manifeste le tracce; lucida la superficie, non per vernice, ma per lisciatura come l’arcaico chiusino, probabilmente fatta con la grafite. Solo pochissimi vasi v’erano formati a mano, e si potrebbero confondere con quelli dell’eta del bronzo o della pietra.
Molta e leggiadra la varietà delle forme, che lungo e forse inutile sarebbe descrivere a parole, sicchè notando come abbiano riscontro in parecchie figuline del sepolcreto di Villanova1, ne darò intanto, quale saggio, due di forma leggiadra, d’argilla nera finissima, brunita, forse con la grafite, riserbandomi a mostrarne più innanzi tutto un gruppo. La prima (fig. 2.) è una tazzetta duplicata, con ansa elegante, listata di bianco nell’interno del labbro, simile nel complesso e in quest’ultima particolarità ad una delle suddette figuline di Villanova.
La seconda è una ciotola (fig. 3.) sottilissima, modellata con molta arte a faccette convesse.
Gli altri oggetti erano o sparsi fra le ceneri esterne, o aggruppati poco discosto. Questi fra le ceneri:
Una piccola ma grossa armilla di bronzo, incisa a ornati geometrici, simile ad altra trovata a Villanova con sigla2.
Cinque di quelle fibule a molla spirale le quali molto prevalevano per quantità sopra tutti gli altri bronzi di Villanova.