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Pagina:Diario del principe Agostino Chigi Albani I.djvu/108

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A. 1831 — 100 —

Segreteria di Stato, con uno dei quali si crea una Commissione Civile, che risiederà in Ancona, destinata a conoscere i reati dei fautori, autori, promotori dell’estinta rivoluzione, che le verranno designati dalla Direzione generale di Polizia, come anche gl’impiedati che abbiano aderito o applaudito alla medesima con fatti, detti o scritti ecc. e si indicano quelli, a cui si accorda l’amnistia ecc. ecc. L’altra sarà Commissione Mililitare, che giudicherà similmente dei militari. L’altro editto prescrive il sistema riguardo agli atti civili o giudiziali provenienti dai governi illegittimi. Gli arrestati pare si siano estesi a molti paesi anche delle Marche.

Sabato 16. — Sono partiti il Tenente Colonnello Lazzarini e D. Sigismondo Ruspoli (fatto ora Tenente Colonnello) per Ancona, ad oggetto di riorganizzare la truppa, che colà si trova disciolta dopo la rivoluzione delle provincie.

Domenica 17. — Essendo arrivato sin dall’altro giorno il Sig. . . . . . a Roma in qualità di agente brittanico per intervenire al Congresso diplomatico che deve qui aprirsi tra i rappresentanti delle cinque potenze, cioè Francia, Austria, Inghilterra, Russia e Prussia, in seguito della discussione a cui ha dato luogo l’intervento dell’Austria per reprimere la rivolta delle provincie pontificie, questa mattina è stato a presentarsi al Papa.

Venerdì 22. — Ieri è partito Alfonso Ricci per Ancona all’oggetto di riordinare la truppa di cavalleria in quelle Provincie.

Venerdì 29. — L’illuminazione della città che sino dal carnevale scorso, in conseguenza delle circostanze, aveva cominciato a farsi cominciando dall’Ave Maria sino al giorno tutta la notte, da oggi in poi si è tornata a fare col solito metodo a norma del levar della luna.

MAGGIO


Lunedi 2. — Oggi è uscito editto di Segreteria di Stato contenente un’amnistia per gl’implicati nell’ultima rivoluzione delle Provincie, con diverse eccezioni e riserve1. La Commissione

  1. Uno dei riservati fu Terenzio Mamiani; del resto l’indulto non preservò alcuno dalla fastidiosa sorveglianza e dalle vessazioni della polizia.