Pagina:Diario del principe Agostino Chigi Albani I.djvu/118

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A. 1832 — 110 —

e di Parma, e il generale in capo si disponeva a ripartire per Milano il giorno 30. Il cardinale Albani doveva essere a Bologna il giorno 28.

Giovedì 2. — Oggi in tutte le chiese patriarcali e quelle dedicate alla Madonna si è. cantato, per ordine superiore il Te Deum in ringraziamento del ristabilimento dell’autorità pontificia nelle provincie rivoltate.

Lunedì 6. — E uscito un motuproprio pontificio sulla erezione della Legazione di Velletri, che vien formata nella maggior parte da paesi smembrati dalla Delegazione di Frosinone e da qualcuno della Comarca di Roma, che cede pur qualche cosa alla Delegazione di Frosinone.

Sabato 11. — Si è saputo oggi che a Ravenna, ove erano entrate le sole truppe pontificie sotto il comando del colonnello Zamboni, è succeduto del sussurro forte e che è rimasto ferito mortalmente un uffiziale nostro; in seguito di che erano state chiamate colà le truppe austriache.

Martedì 14. — Si parla da qualche giorno di una nota presentata dall’Ambasciatore di Francia, nella quale (dicesi) si minaccia l’occupazione, chi dice di Ancona, chi di Civitavecchia da truppe Francesi, qualora le Austriache non si ritirino dallo stato pontificio.

Venerdì 17. — Dopo l’arrivo di un corriere giunto ieri all’ambasciata di Francia sono cresciute infinitamente le voci del prossimo sbarco di truppe francesi ad Ancona, e vi è chi pretende che si sappia esser partita, da Tolone la flottiglia con 1500 uomini per quella direzione.

Lunedì 20. — Si sente da Napoli esser colà giunta per telegramma la notizia che ima flottiglia francese, composta di tre legni da guerra, aveva passato il faro; probabilmente diretta ad Ancona.

Sabato 25. — Si è saputo da Ancona che nella notte di Mercoledì venendo giovedì le truppe francesi in numero, si dice, di 2000 uomini sbarcati in quel porto, s’introdussero improvvisamente in città sfasciando una porta e recatisi, dopo essersi impadroniti di tutti i posti, all’abitazione del colonnello Lazzarini comandante e nel suo rifiuto di cedere la piazza lo ritennero prigioniero. Contemporaneamente presentatisi alla for-