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10. — Fin dal 6 corrente, si sparse voce essere giunto in Roma un altro Breve di Pio IX, in data del 1° corrente, e col quale avvisava e dichiarava, appoggiandosi al Concilio di Trento, Sess. xxii, Cap. xi de Refor., essere incorsi nella scomunica tutti i faziosi dei fatti del 16 novembre, non che i legislatori della Costituente dello Stato, come pure v’incorreranno tutti coloro i quali si presteranno e daranno opera alla stessa convocazione.

Nella notte dello stesso giorno, il Breve fu affisso in varii angoli della città, e nella mattina alcuni parrochi lo misero alle porte della chiesa ed altri lo lessero dai pulpiti.

Si assicura che ai parrochi ne sia stata mandata copia in stampa, con sottoscrizione autografa di Sua Santità.

Ora, dai seguenti fatti sarà facile rilevare la impressione che produsse al Circolo popolare e ad altre persone il Breve accennato.

Circa le 11, fu affisso un foglietto manoscritto, col quale si partecipava al pubblico essere stato pregato il Municipio a far spurgare le chiaviche della città perchè la scomunica avesse il libero suo corso.

Quindi, alla via Frattina, dove si è stabilito un pubblico luogo per esigenze corporali, si scrisse, in italiano e francese: Deposito di scomunica.

Circa un centinaio d’individui, schiamazzando per il Corso, e recando in trionfo un esemplare del Breve Pontificio, intuonarono alcune litanie colle strofe: «Accidenti a Pio IX — Accidenti ai Cardinali — Ai preti».

Il Breve fu poi gettato in luogo immondo.