Pagina:Diario di Nicola Roncalli.djvu/30

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danno della medesima Sovranità, od in qualunque altro modo, e sotto mentito pretesto hanno perturbata, violata ed usurpata la Nostra Autorità. Se però Ci sentiamo obbligati, per dovere di coscienza, a tutelare il sacro deposito del patrimonio della Sposa di Gesù Cristo alle Nostre cure affidato, coll’adoperare la spada di giusta severità a tal uopo dataci dallo stesso Divino Giudice, non possiamo però mai dimenticarci di tenere in terra le veci di Colui che anche nell’esercitare la sua giustizia, non lascia di usare misericordia. Innalzando pertanto al Cielo le nostre mani, mentre di nuovo a Lui rimettiamo e raccomandiamo una tal causa giustissima, la quale piucchè Nostra è Sua, e mentre di nuovo Ci dichiariamo pronti, coll’aiuto della potente sua grazia, di sorbire sino alla feccia per la difesa e la gloria della Cattolica Chiesa, il calice delle persecuzioni ch’Esso pel primo volle bere per la salute della medesima, non desisteremo dal supplicarlo e scongiurarlo affinchè voglia benignamente esaudire le fervide preghiere che di giorno e di notte non cessiamo di innalzargli per la conversione e salvezza dei traviati. Nessun giorno certamente più lieto per Noi e giocondo sorgerà di quello, in cui ci sarà dato di veder rientrare nell’ovile del Signore que’ Nostri figli, dai quali oggi tante tribolazioni ed amarezze Ci provengono. La speranza di godere presto di un sì felice giorno si convalida in Noi al riflesso, che universali sono le preghiere che unite alle Nostre ascendono al Trono della Divina Misericordia dalle labbra e dal cuore dei fedeli di tutto l’Orbe Cattolico e che la