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giunse ai pontifici di allontanarsi dal ponte, e così fecero.


26. — Il generale francese, per quanto si dice, ordinò che fosse consegnato al ministero delle armi pontificie il gendarme che sparò sul Liri contro l’uffiziale italiano perchè fosse giudicato dal Consiglio di guerra.

Niun risultato avendo veduto, ne domandò la restituzione; ma monsignor De Merode vi si è opposto risolutamente, e si dice che gli abbia procurato i passaporti e sia partito per la Spagna.


3 Ottobre. — Il gendarme pontificio, che sparò due colpi di schioppo contro l’uffiziale italiano che si bagnava nel fiume di confine il Sacco, e che, richiesto dal generale francese, fu negato dal pro-ministro delle armi, è fatto sparire.

Il generale pubblicò un ordine del giorno, ai 22 di settembre, col quale condanna altamente tale sottrazione1.


  1. «Il gendarme pontificio Samorini tentò assassinare, con due colpi di fucile, il maggiore Rossi del 32° di linea italiano, che si bagnava sulla riva opposta del Sacco. N’ebbe in premio la regalia d’una doppia dal De Merode e la promessa di un avanzamento. Ma il generale conte di Montebello, disapprovando altamente la condotta del pro-ministro, reclamò il gendarme per sottoporlo ad un consiglio di guerra e ad una severa punizione.
          » Monsignor De Merode si ostinò a ritenerlo, finché, dato dal generale Montebello un termine perentorio alla consegna, pensò di eludere la giustizia, dando un congedo libero, con una regalia di 10 scudi al detto gendarme, assicurandolo che il Governo pontificio non avrebbe mai dimenticata P azione eroica, o il generoso suo sacrificio, nè avrebbe mai mancato verso di lui