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1867 | 561 |
Alcuni uffiziali degli zuavi ebbero lo spiritoso ed ignobile pensiero di solennizzare, con lauto banchetto, gli idi di Marzo (15 marzo), anniversario della morte di Cesare.
Or dunque gli zuavi della S. Sede, il 15 di marzo, si chiamarono gloriosi nel fare una tale commemorazione, di qualificarsi, nel loro banchetto, per altrettanti Bruti e Cassi e di qualificare l’imperatore dei Francesi un novello Cesare.
Sotto tale abbominevole allusione, si fecero brindisi, tra i quali si distinse, per isfrenati concetti, un prete napolitano, loro commensale e congiunto.
4 Aprile. — I cittadini sono tormentati dalle estorsioni dell’obolo, che viene richiesto ai loro domicilii, o tolto loro sulle mesate, se sono impiegati.
Agli uffiziali vennero trattenuti cinque franchi sul soldo per tale titolo.
Intanto, si dichiara che le offerte sono spontanee.
8. — Nel mattino dei 7 corrente, si trovò affisso, in molti luoghi della città, un proclama di Garibaldi ai Romani ed un esemplare al palazzo del cardinale Vicario.
In esso si esortano i Romani a stare all’erta, essendo prossima l’ora della riscossa.
Naturalmente, furono tutti tolti dalla forza pubblica.
10. — Gli esemplari del proclama garibaldino, di cui tanto si parla, furono affissi dovunque, ed