Pagina:Diario di Nicola Roncalli.djvu/669

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1870 643

Papa, della S. Sede ed a disdoro del Sacrosanto Sinodo, l’asserzione che non siasi dato luogo alla libertà di parola e siasi esercitata pressione.

In ossequio del vero, deve ratificarsi che pochi Padri soltanto sottoscrissero la protestale la maggioranza si ricusò dicendo che «troppo ripugnava alla loro coscienza di dover mentire così spudoratamente la verità esposta nei due opuscoli».

Tale ulteriore atto di mala fede e novella pressione irritò maggiormente l’animo dei Padri, alcuni dei quali appunto si decisero a partire quello stesso giorno ed altri di non intervenire alla quarta ed ultima sessione pubblica del lunedi 18.

Il perchè gli oppositori presenti furono soltanto due, un vescovo napolitano ed uno americano, che, con molta fermezza, a chiara ed alta voce, risposero all’appello «Non placet».

Gli altri contrarii, come si disse, in numero di 140, non si presentarono.

Allora la maggioranza trionfante, senza rispettare la casa di Dio, ritta sulle panche e agitando i fazzoletti, proruppe in applausi strepitosi e grida frenetiche di «Viva Pio IX, infallibile».

Intanto, la tempesta era nel suo pieno; le folgori guizzavano fragorose, (un fulmine cadde al palazzo Lepri, in via Condotti, con danno esterno) ed il Papa, cedendo il varco alla dimostrazione della meteora, dispose che le artiglierie e le campane tacessero, quindi tutto restò nel profondo silenzio, e la sera soltanto poche luminarie in qualche edifizio pubblico, coll’aumento delle fiammelle a gas