Pagina:Dickens - Il grillo del focolare, 1869.djvu/110

Da Wikisource.

— 110 —

affrettò i dieci melodiosi tocchi e rientrò nel palazzo moresco tirando a sè l’usciolino, come se non avesse cuore di assistere al miserando spettacolo. Se il piccolo mietitore avesse avuto in mano la più affilata falce e ad ogni colpo avesse ferito il cuore del povero Gianni, certo non l’avrebbe piagato così crudelmente come aveva fatto Piccina.

Quel cuore così pieno di affetto per lei, avvinto da innumerevoli seducenti rimembranze, lavoro giornaliero dei suoi vezzi e delle sue virtù, quel cuore così schietto e tenace nella sua fede, forte al bene, debole al male, in cui ella si era insinuata così profondamente, sulle prime non seppe accogliere in sè l’ira e la vendetta: ivi non era spazio che per l’idolo infranto.

Ma a poco a poco, com’egli sedeva presso il focolare ora freddo e buio, altri pensieri e minacciosi gli sorsero in mente a mo’ di uragano che lentamente si desta nella notte. Lo straniero respirava sotto il suo tetto oltraggiato, tre passi lo separavano dalla porta della stanza di lui, una spinta e quella cederebbe.

Un assassinio è presto commesso, detto aveva Tacleton; ma egli non sarebbe stato assassino, perchè avrebbe dato il tempo al