Pagina:Diodati - I Salmi di David, Daelli, 1864.djvu/197

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salmo xc. 177

     Quel che ’n petto ne batte spirto fioco.
     Se fuor d’occulto loco
     Le nostre sozze iniquitadi traggi,
     A lo splendor de’ tuoi divini raggi.
     E se, squarciando di segreto il velo,
     Quelle palesi al luminoso cielo.
5          Quindi veggiam di nostra vita lassa
     Precipitar la sera,
     Per la tua giusta indegnazion severa.
     Nè sì tosto parola in aria passa,
     Che quell’è spenta e cassa.
     Chiudon l’umana etade anni settanta,
     Ed in forze più salde al sommo ottanta.
     Anche n’è vano il fior e mero stento:
     Quell’è reciso e noi voliam al vento.
6          Ma chi de l’ira tua la forza intende?
     E a l’ugual del timore,
     Che t’è dovuto, save qual ardore
     Di cruccio in te il nostro peccar accende?
     Or, perchè i cori emende
     Saver divin, fanne a contar accorti
     I giorni nostri fuggitivi e corti.
     Volgiti omai, nè più star aspettando,
     A’ servi tuoi pacificato e blando.
7          E per ristoro de’ sofferti danni,
     Saziane ogni mattina
     De la Manna di tua grazia divina.
     A fin che, sciolti di gravosi affanni,
     Passiamo i giorni e gli anni
     Giubilando tuttor in canto e festa.
     Sacra fiamma di gioia in noi ridesta,
     De le stagioni faticose al pari,
     Che ne colmasti di cordogli amari.
8          Chiare dispiega a’ tuoi servi e devoti
     Di tua potente mano
     L’opre ammirande ed il valor sovrano.


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