Pagina:Diodati - I Salmi di David, Daelli, 1864.djvu/254

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234 i salmi di david

16          A ciò m’attengo, che ’l tuo ver ne detta:
     Non lasciarmi cader in vitupero.
     Se mi rallarghi il cor, l’aringo intero
     Correrò di tue leggi in studio e fretta.

He.


17          De’ tuo’ statuti mostrami la via,
     E ’l corso ne sarà da me fornito.
     In tue leggi mi dà senno chiarito,
     E quelle serverò di voglia pia.
18          Ne’ tuo’ precetti a camminar m’arreca,
     Ch’al mondo altro gioir non ho maggiore.
     Vogli a’ tuo’ detti il mio sospeso core
     Piegar, e non a cupidigia cieca.
19          D’imagin vana il guardo mio rimuovi,
     E mi rinfranca nel tuo calle e avviva.
     Nè me, tuo servo riverente, priva
     Di tua promessa degli effetti nuovi.
20          Caccia l’onta da me tanto temute:
     Perchè indegne ne son tue leggi sante.
     A me di quelle sviscerato amante,
     Inspira di giustizia alma virtute.

Vav.


21          Fammi ottener, secondo la tua diva
     Parola, scampo e grazie beatrici.
     Così confonderò le schernitrici
     Lingue, ch’al tuo dir ho fede viva.
22          E non far sì, che più parlar non osi
     Del bandito da te sagrato vero.
     Ne la ragion di tua giustizia spero,
     Nè fie giammai, che d’obbedirti i’ posi.
23          Perchè ’n tue leggi ogni mio studio ho posto,
     Una via calcherò larga e spedita.