Pagina:Diodati - I Salmi di David, Daelli, 1864.djvu/259

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salmo cxix. 239

     Di laudi aggrada mia spontanea offerta,
     E fa ch’abbia il tuo dir nel cor impresso.
55          L’alma smarrita ognor in palma porto,
     Nè per ciò i tuoi comandamenti oblio.
     Gli empi m’insidian ove i passi invio,
     Nè mi son mai da la tua Legge torto.
56          Retaggio eterno m’è ciò che prometti,
     Di gioia in quello il cor mi si distempra:
     Ed in perpetuo docil si contempra
     A la norma de’ tuoi santi precetti.

Samech.


57          Ogni vano pensier odio e riprovo:
     Ma la tua Legge amo di vivo core.
     Tu ricetto mi sei, tu difensore,
     Da sperar nel tuo dir non mi rimovo.
58          Fatevi lungi, disleal brigata,
     Del mio Signor i’ vo’ servar le leggi.
     Conforme al detto tuo ’n vita mi reggi,
     Nè giammai fie la mia speme ingannata.
59          Perchè salute ottenga mi conforta:
     L’occhio mio sempre a’ tuoi statuti mira.
     I trasgressori tu calpesti in ira,
     Chè mero inganno è la lor fraude accorta.
60          Lo stuol mondan tu struggi, come schiuma,
     Per ciò ho le tue testimonianze care.
     Lo spavento di te mi fa tremare,
     Qualor il cruccio tuo fiammeggia e fuma.

Ain.


61          Sempre del dritto oprar fui studioso,
     Non voler darmi a’ fier tiranni in preda.
     A sicurarmi tua fede interceda,
     Che non m’oppressi l’uomo ingiurioso.
62          Fisso a la tua salute e giusto dire,