Pagina:Diodati - I Salmi di David, Daelli, 1864.djvu/261

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salmo cxix. 241

70          Amara gelosia angemi il petto,
     Che’ nemici al tuo dir han dato bando.
     Ma perchè in purità fulge ammirando,
     Devoto in lui tutto l’amor rifletto.
71          Piccolo son ed avvilito in vero,
     Nè tua Legge però m’esce di mente.
     La tua giustizia dura eternamente,
     E’ tuo’ precetti son purgato vero.
72          Doglie e distrette colsermi improvviso,
     Ma tua Legge m’allevia e mi ristora.
     Il tuo dir giusto in eterno dimora:
     A fin ch’i’ viva dammi buon avviso.

Coph.


73          Dal cor mi scoppia un angoscioso grido;
     Rispondimi e farò quanto comandi.
     Raggio di grazia in mia salute spandi,
     Ch’i’ t’invoco e ’l tuo dir osservo fido.
74          A te sul far dell’alba mi presento,
     E grido e spero in tue parole dive.
     Di veglia nuova anzi che l’ora arrive,
     Sono il tuo dir a meditar intento.
75          Ascolta il grido mio, Signor benigno,
     E me, secondo l’ordin tuo, ristora.
     I’ mi veggio assalir ad ora ad ora
     Dal ribello di te stuolo maligno.
76          Ma tu, caro Signor, se’ pur vicino:
     E quanto ingiungi è verità suprema,
     N’unque, ferma da te, vacilla o scema:
     Già men’ fe’ chiaro il testimon divino.

Res.


77          Riguarda al mio dolor e mi riscoti:
     Che di tue leggi al cor ho viva stampa.



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