Vai al contenuto

Pagina:Diodati - I Salmi di David, Daelli, 1864.djvu/276

Da Wikisource.
256 i salmi di david

3          In ciel, in terra e nel gran mar profondo,
     Ei tutto ciò ch’al santo voler piace,
     E negli abissi face.
     Salir vapori dal terrestre fondo,
     Lampi scoppiar, di pioggia precursori,
     Ed uscir venti fuor de’ suo’ tesori.
4          I primi parti d’uomini e d’armenti,
     Quando a lo scampo d’Israel si mosse,
     In Egitto percosse.
     Con segni, con prodigi e con portenti,
     Su Faraon multiplicò le piaghe,
     Nè servi risparmiò, nè turbe maghe.
5          Eccelsi prenzi e genti poderose,
     Og di Basan, Sihon re d’Amorrei
     Ed altri Cananei,
     A furor d’armi in isterminio pose:
     Schiere sconfisse e gran forze conquise,
     E le lor terre ad Israel divise.
6          Il tuo Nome, Signor, è in sempiterno,
     Per ogni età fiorisce la tua gloria,
     E vive la memoria.
     Poscia che co’ flagelli aspro governo
     Egli avrà fatto del legnaggio amato,
     A’ servi suoi si volgerà placato.
7          Altro non son gl’idoli de’ Gentili,
     Che de l’ingegno uman scaltro lavoro,
     Fatto d’argento e d’oro.
     Hanno a’ viventi occhi e bocca simili,
     Ma co’ lumi nissun discerne o vede,
     Nè da la bocca alcun parlar procede.
8          Hanno d’orecchie vana simiglianza,
     Ma pur non ponno udir voce nè suono:
     Privi di fiato sono,
     Benchè abbian nari e gola in forma umana.
     Quegli rassembri il lor pazzo fattore,
     E chi in essi ripon speme del core.