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Pagina:Diodati - I Salmi di David, Daelli, 1864.djvu/36

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16 i salmi di david

7          Per farne scempi e prede,
     Trattolo nelle reti,
     Ne l’ingombro d’orror aguato siede.
     In atti umili e cheti,
     Chino si reca e quatto.
     Quindi improvviso, ratto
     De’ poveri cader la turba imbelle
     Ne le mani si fa possenti e felle.
8          In van pensier divisa,
     Dio l’have in oblio messo:
     Neghittoso si sta, nè ’l fatto avvisa:
     Velò gli occhi a sè stesso,
     Per l’alto ozio godere,
     Nè ciò potrà vedere.
     Sorgi, Signor, alza la man tremenda,
     E tua pietà de’ miser cura prenda.
9          Perchè dispetta Dio
     L’empio, e nel cor ragiona,
     Ch’a te giammai non pagheranne il fio?
     Là, onde lampeggia e tuona
     L’hai pur veduto e scorto.
     Che la bestemmia e ’l torto,
     Quinci severo miri e quindi umano,
     Per render la mercè con giusta mano.
10          In te, provato aiuto
     De’ pupilli s’affida
     D’ogni sussidio il povero scaduto.
     Del fellon che ti sfida,
     Signore il braccio ispezza.
     Se poi pigliar contezza
     Di sua malvagitade avvien ti piaccia,
     Spenta ne troverai memoria e traccia.
11          Ne l’alto solio eterno,
     Voler non cangia, o stato,
     L’invisibil del ciel gran Re superno.
     Verace saggio ha dato,