Pagina:Diodati - I Salmi di David, Daelli, 1864.djvu/59

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salmo xxiv. 39

     Infin a le streme ore,
     Che goderollo intero.
     Così, gioioso, in viva spene m’ergo
     D’aver in casa tua eterno albergo.


SALMO XXIV.

1          Del Signor è la terra,
     Ciò che sostiene e serra,
     E ’l mondo intero e d’esso ogni abitante.
     Ei la fondò sul mare,
     E su gorghi, e fiumare,
     Posò di quella le radici e piante.
2          Ma, chi sul sacro colle,
     U’ sua magion s’estolle,
     Otterrà grazia di poter salire?
     Chi farà dimoranza,
     Ne la sublime stanza,
     Ch’egli per Tempio suo degnò gradire.
3          L’uom fie, di mani intero,
     Che ne l’oprar sincero,
     Del cor purgato reca saggio e prova.
     Ed a pensieri vani
     Non erge spirti insani,
     Nè con fraude giurar unque gli giova.
4          Quel tal, per pia mercede
     Di sua giustizia e fede,
     Da Dio, suo Salvador, fie benedetto.
     Tal di Iacob la prole,
     Di te, suo vivo sole,
     Cerca, Signor, il radiante aspetto.
5          Le teste, o porte liete,
     O porte eterne, ergete,
     Per dar solenne al Re di gloria entrata.
     Qual è quel Re famoso?