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Latini ci prenunziarono, e il secolo di Dante informò. Resti bella! ma pensi che le bisogna esser forte: e cerchi la forza nella federazione, che tutti congiunge, e congiungendo multiplica i nervi della milizia. —

Certamente, lunghesso il confine di Francia, ci protegge il colosso delle Alpi: ci proteggono le sapienti opere dell’arte che voi, o Subalpini, aggiungeste alle ardite creazioni della natura.

Rispetto al confine Elvetico, ci protegge essa dessa la Svizzera; la quale, siccome independente e neutrale, non potrebbe sofferire che altri corresse il suo territorio per osteggiare la Italia, e nel pericolo chiamerebbe i nostri prodi a difesa.

Ma terminata la linea Elvetica, la catena delle Alpi vie vie digrada, intantochè nel Friuli lascia libero il varco alla foga de’ barbari che troppe volte convennero alle rapine.

Colà dunque, se vive carità della patria, colà dirizzate lo sguardo, o Italiani: e senza più dare orecchio a cui ricanta che le Alpi assai vi schermiscono dalla rabbia tedesca, agguerritevi alla perfine!

Oggi la guerra è divenuta una scienza: oggi le strade, che solcano per ogni dove e le valli e gli altipiani e insino ai fianchi delle montagne, raro è che permettano alla prodezza sopperire al difetto del numero: oggi i trionfi, che in altre età e in altre terre guadagnavano le guerriglie, a buono e grande esercito paiono riserbati.

Nè l’esercito giudicheremo buono, nè grande, quando ciascuna massa, nella sua specie, non raggiunga la perfezione: nè perfette le masse, se la medesimezza dell’ordinamento non acconsenta che sia uno il comando, e facile il computo del terreno. —

E qui per appunto ravviso i vantaggi che della milizia d’Italia confederata ci è dato promettere.

Imperocchè, posta una legge comune, e studiate le singolari bontà che ne’ vari paesi italici variamente sono distribuite, ci vedremo tralle mani il quanto fa di mestieri