Pagina:Discorsi sopra la Prima Deca di Tito Livio (1824).djvu/110

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pace che della guerra, potette godersi le fatiche di Maumetto suo padre, il quale avendo, come David, abbattuti i suoi vicini, gli lasciò un Regno fermo, e da poterlo con l’arte della pace facilmente conservare. Ma se il figliuolo suo Selim, presente Signore, fusse stato simile al padre, e non all’avolo, quel Regno rovinava, ma e’ si vede costui essere per superare la gloria dell’avolo. Dico pertanto con questi esempj, che dopo uno eccellente Principe si può mantenere un Principe debole, ma dopo un debole non sì può con un altro debole mantenere alcun Regno: se già e’ non fusse come quello di Francia, che gli ordini suoi antichi lo mantenessero; e quelli Principi sono deboli, che non stanno in su la guerra. Conchiudo pertanto con questo discorso: Che la virtù di Romolo fu tanta, che la potette dare spazio a Numa Pompilio di potere molti anni con l’arte della pace reggere Roma; ma dopo lui successe Tullo, il quale per la sua ferocità riprese la riputazione di Romolo; dopo il quale venne Anco, in modo dalla natura dotato, che poteva usare la pace, e sopportare la guerra. E prima si dirizzò a volere tenere la via della pace, ma subito conobbe come i vicini giudicandolo effeminato, lo stimavano poco; talmentechè pensò che a voler mantenere Roma, bisognava volgersi alla guerra, e somigliare Romolo, e non Numa. Da questo piglino esempio tutti Principi che tengono Stato, che chi somiglierà Numa lo terrà, o non terrà secondochè i tempi, o la for-