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Pagina:Discorsi sopra la Prima Deca di Tito Livio (1824).djvu/138

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118 discorsi

in modo che ci potette persuadersi che quel bene che gli era fatto, non era tanto causato dalla venuta dei nimici, quanto dalla disposizione del Senato in beneficarli; oltra di questo la memoria dei Re era fresca, da’ quali erano stati in molti modi vilipesi e ingiuriati. E perchè simili cagioni accaggiono rade volte, occorrerà ancora rade volte, che simili rimedj giovino. Però debbe qualunque tiene Stato, così Repubblica come Principe, considerare innanzi, quali tempi gli possono venire addosso contrarj, e di quali uomini nei tempi avversi sì può avere di bisogno, e dipoi vivere con loro in quel modo che giudica, sopravvenendo qualunque caso, essere necessitato vivere. E quello che altrimente si governa, o Principe o Repubblica, e massime un Principe, e poi in sul fatto crede, quando il pericolo sopravviene, coi benefizj riguadagnarsi gli uomini, se ne inganna; perchè non solamente non se ne assicura, ma accelera la sua rovina.



CAPITOLO XXXIII


Quando uno inconveniente è cresciuto, o in uno Stato, o contro ad uno Stato, è più salutifero partito temporeggiarlo che urtarlo.


Crescendo la Repubblica romana in riputazione, forze ed imperio, i vicini, i quali prima non avevano pensato quanto quella nuova Repubblica potesse arrecare loro di danno, cominciarono, ma