Pagina:Discorsi sopra la Prima Deca di Tito Livio (1824).djvu/151

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libro primo 131

CAPITOLO XXXVII


Quali scandali partorì in Roma la legge Agraria; e come fare una legge in una Repubblica che risguardi assai indietro, e sia contro ad una consuetudine antica della Città, è scandalosissimo.


Egli è sentenza degli antichi scrittori come gli uomini sogliono affliggersi nel male, e stuccarsi nel bene, e come dall’una e dall'altra di queste due passioni nascono i medesimi effetti. Perchè qualunque volta è tolto agli uomini il combattere per necessità, combattono per ambizione; la quale è tanto potente ne’ petti umani, che mai a qualunque grado si salgano, gli abbandona. La cagione è, perchè la natura ha creato gli uomini in modo che possono desiderare ogni cosa, e non possono conseguire ogni cosa; talchè essendo sempre maggiore il desiderio che la potenza dello acquistare, ne risulta la mala contentezza di quello che si possiede, e la poca satisfazione di esso. Da questo nasce il variare della fortuna loro, perchè desiderando gli uomini, parte di avere più, parte temendo di non perdere lo acquistato, sì viene alle inimicizie e alla guerra, dalla quale nasce la rovina di quella Provincia, e l’ esaltazione di quell’ altra. Questo discorso ho fatto, perchè alla Plebe romana non bastò assicurarsi de’ Nobili per