Pagina:Discorsi sopra la Prima Deca di Tito Livio (1824).djvu/232

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212 DISCORSI

medesimo tempo, fu fortuna e non virtù del Popolo romano; perchè e’non ebbero guerra con i Latini, se non quando egli ebbero, non tanto battuti i Sanniti, quanto che la guerra fu fatta da’Romani in defensione di quelli; non combatterono con i Toscani, se prima non ebbero soggiogati i Latini, ed enervati con le spesse rotte quasi in tutto i Sanniti; che se due di queste potenze intere si fossero, quando erano fresche, accozzate insieme, senza dubbio si può facilmente conietturare che ne sarebbe seguito la rovina della romana Republica. Ma comunque questa cosa nascesse, mai non intervenne che eglino avessero due potentissime guerre in uno medesimo tempo, anzi parve sempre, o nel nascere dell’una l’altra si spegnesse, o nel spegnersi dell’una l’altra nascesse. Il che si può facilmente vedere per l’ordine delle guerre fatte da loro: perché lasciando stare quelle, che fecero prima che Roma fosse presa da'Francesi, si vede che mentre che combatterono con gli Equi e con i Volsci, mai mentre che questi Popoli furono potenti non si levarono contro di loro altre genti. Domati costoro, nacque la guerra contro a’ Sanniti; e benchè, innanzi che finisse tale guerra, i popoli latini si ribellassero da’Romani; nondimeno quando tale ribellione seguì, i Sanniti erano in lega con Roma, e con il loro esercito ajutarono i Romani domare l'insolenzia latina. I quali domi, risurse la guerra di Sannio. Battute per molte rotte date ai Sanniti le loro forze, nacque la guerra dei