Pagina:Discorsi sopra la Prima Deca di Tito Livio (1824).djvu/34

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tanto potette quella necessità ordinata dalle leggi, che vi nacquero uomini eccellentissimi; e se i nomi loro non fussero dalla antichità spenti, si vedrebbe come meriterebbero più laude che Alessandro Magno, e molti altri, de’ quali ancora è la memoria fresca. E chi avesse considerato il Regno del Soldano, e l’ordine de’ Mammalucchi, e di quella loro milizia, avanti che da Salì, Gran Turco, fusse stata spenta, arebbe veduto in quello molti esercizj circa i soldati, ed arebbe in fatto conosciuto quanto essi temevano quell’ozio, a che la benignità del paese li poteva condurre, se non v’avessero con leggi fortissime ovviato. Dico adunque, essere più prudente elezione porsi in luogo fertile, quando quella fertilità con le leggi infra debiti termini si ristringe. Ad Alessandro Magno, volendo edificare una città per sua gloria, venne Dinocrate architetto, e gli mostrò com’ei la poteva fare sopra il monte Atho, il qual luogo, oltre all’essere forte, potrebbe ridursi in modo, che a quella città si darebbe forma umana, il che sarebbe cosa maravigliosa e rara, e degna della sua grandezza; e domandandolo Alessandro di quello che quelli abitatori viverebbono, rispose non ci aver pensato; di che quello si rise, e lasciato star quel monte, edificò Alessandria, dove gli abitatori avessero a star volentieri per la grassezza del paese, e per la comodità del Mare e del Nilo. Chi esaminerà adunque la edificazione di Roma, se si prenderà Enea per suo primo progenitore, sarà di quelle cittadi