Pagina:Discorsi sopra la Prima Deca di Tito Livio (1824).djvu/348

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quel re, eccetto che ne’ presenti tempi, vi ha mandato uno governatore francioso che in suo nome la governi. Al presente solo, non per elezione del re, ma perché così ha ordinato la necessità, ha lasciato governarsi quella città per sé medesima, e da uno governatore genovese. E sanza dubbio, chi ricercasse quali di questi due modi rechi più sicurtà al re, dello imperio d’essa, e più contentezza a quegli popolari, sanza dubbio approverebbe questo ultimo modo. Oltre a di questo, gli uomini tanto più ti si gettono in grembo, quanto più tu pari alieno dallo occupargli; e tanto meno ti temano per conto della loro libertà, quanto più se’ umano e dimestico con loro. Questa dimestichezza e liberalità fece i Capovani correre a chiedere il Pretore a’ Romani: ché se a’ Romani si fusse dimostro una minima voglia di mandarvelo, subito sariano ingelositi, e si sarebbero discostati da loro.

Ma che bisogna ire per gli esempli a Capova ed a Roma, avendone in Firenze ed in Toscana? Ciascuno sa quanto tempo è che la città di Pistoia venne volontariamente sotto lo imperio fiorentino. Ciascuno ancora sa quanta inimicizia è stata intra i Fiorentini, e’ Pisani, Lucchesi e Sanesi: e questa diversità di animo non è nata, perché i Pistolesi non prezzino la loro libertà come gli altri, e non si giudichino da quanto gli altri; ma per essersi i Fiorentini portati con loro sempre come frategli, e con gli altri come inimici. Questo ha fatto che i Pistolesi sono corsi volontari