Pagina:Discorsi sopra la Prima Deca di Tito Livio (1824).djvu/427

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orti, comunicare loro la cosa, e con le parole convenienti inanimarli a fare quello che loro non avevano tempo a ricusare, e che era impossibile che non riuscisse. E così, se si esamineranno tutte l’altre, si troverrà poche non essere potute condursi nel medesimo modo: ma gli uomini, per l’ordinario, poco intendenti delle azioni del mondo, spesso fanno errori gravissimi, e tanto maggiori in quelle che hanno più dello istraordinario, come è questa. Debbesi, adunque, non comunicare mai la cosa se non necessitato ed in sul fatto; e se pure la vuoi comunicare, comunicarla ad uno solo, del quale abbia fatto lunghissima isperienza, o che sia mosso dalle medesime cagioni che tu. Trovarne uno così fatto è molto più facile che trovarne più, e per questo vi è meno pericolo, dipoi, quando pure ei ti ingannassi, vi è qualche rimedio a difendersi, che non è dove siano congiurati assai: perché da alcuno prudente ho sentito dire che con uno si può parlare ogni cosa, perché tanto vale, se tu non ti lasci condurre a scrivere di tua mano, il sì dell’uno quanto il no dell’altro; e dallo scrivere ciascuno debbe guardarsi come da uno scoglio, perché non è cosa che più facilmente ti convinca, che lo scritto di tua mano. Plauziano, volendo fare ammazzare Severo imperadore ed Antonino suo figliuolo, commisse la cosa a Saturnino tribuno; il quale, volendo accusarlo e non ubbidirlo, e dubitando che, venendo all’accusa, e’ non fussi più creduto a Plauziano che a lui, gli chiese una cedola di sua