Pagina:Discorsi sopra la Prima Deca di Tito Livio (1824).djvu/46

Da Wikisource.
26 discorsi

CAPITOLO IV


Che la disunione della Plebe e del Senato romano fece libera e potente quella Repubblica.


Io non voglio mancare di discorrere sopra questi tumulti che furono in Roma dalla morte dei Tarquinj alla creazione de’ Tribuni; e di poi alcune altre cose contro la opinione di molti, che dicono, Roma essere stata una Repubblica tumultuaria, e piena di tanta confusione, che se la buona fortuna e la virtù militare non avesse supplito a’ loro difetti, sarebbe stata inferiore ad ogni altra Repubblica. Io non posso negare, che la fortuna e la milizia non fussero cagioni dell’Imperio romano; ma e’ mi pare bene, che costoro non si avveggano, che dove è buona milizia conviene che sia buono ordine, e rade volte anco occorre, che non vi sia buona fortuna. Ma vegniamo agli altri particolari di quella città. Io dico, che coloro che dannano i tumulti tra i Nobili e la Plebe, mi pare che biasimino quelle cose che furono prima cagione di tenere libera Roma, e che considerino più a’ romori ed alle grida che di tali tumulti nascevano, che a’ buoni effetti che quelli partorivano; e che non considerino, come e’ sono in ogni Repubblica duoi umori diversi, quello del Popolo, e quello de’ Grandi; e come tutte le leggi che si fanno in favore della libertà, nascono dalla disu-