Pagina:Discorsi sopra la Prima Deca di Tito Livio (1824).djvu/500

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suo: ma in uno cittadino che abbia lo esercito suo partigiano, non si conforma già questa parte con l’altre sue parti, che lo hanno a fare vivere sotto le leggi ed ubidire ai magistrati.

Leggesi intra le cose antiche della Republica viniziana, come, essendo le galee viniziane tornate in Vinegia, e venendo certa differenza intra quegli delle galee ed il popolo, donde si venne al tumulto ed all’armi, né si potendo la cosa quietare né per forza di ministri né per riverenza di cittadini né timore de’ magistrati; subito a quelli marinai apparve innanzi uno gentiluomo che era, l’anno davanti, stato capitano loro, per amore di quello si partirono, e lasciarono la zuffa. La quale ubbidienza generò tanta suspizione al Senato, che, poco tempo dipoi, i Viniziani, o per prigione o per morte, se ne assicurarono. Conchiudo pertanto, il procedere di Valerio essere utile in uno principe e pernizioso in uno cittadino; non solamente alla patria, ma a sé a lei, perché quelli modi preparano la via alla tirannide; a sé, perché in sospettando la sua città del modo del procedere suo è costretta assicurarsene con suo danno. E così, per il contrario, affermo il procedere di Manlio in uno principe essere dannoso, ed in uno cittadino utile, e massime alla patria: ed ancora rade volte offende; se già questo odio che ti reca la tua severità, non è accresciuto da sospetto che l’altre tue virtù per la gran riputazione ti arrecassono: come, di sotto, di Cammillo si discorrerà.