Pagina:Discorso intorno ad Archimede.djvu/108

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l’età di Archimede quando Siracusa fu assediata per mare da' Romani, non si può capire come non l’avesse adoprato a pro della sua patria contro le navi nemiche. Forse Polibio non riputando quello specchio un ordigno militare lo tacque; forse i Romani presi di timore nel vedere la luce raccolta da quello specchio sulle loro navi, pronti furono ad allontanarsi per campare il pericolo, e così fu solamente tentato, e non ebbe luogo l’incendio. Chechè ne sia, tale e sì grande fu il terrore, che eccitò Archimede negli animi de’ Romani co’ nuovi ingegni, che Marcello, tolto l’assedio, si mise a bloccare semplicemente Siracusa, e fu dopo tre anni che la prese, non già a viva forza, ma per tradimento.

Giunto il nostro discorso a questo termine, si turba l’animo e la mente nel pensare, che uno de’ più grandi uomini della terra, l’onore delle scienze, Archimede cadde trafitto in mezzo alle sue pacifiche occupazioni dal ferro d’un soldato romano: ci conforta solamente, che se fosse sopravvissuto alle calamità della sua patria, avrebbe potuto Marcello a Roma condurre lui