Pagina:Discorso intorno ad Archimede.djvu/45

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sero quegl’inventori, non senza grande accorgimento, a dimostrare co’ loro ingegni, ch’eran facili e spediti, quelle stesse verità, che il geometra di Siracusa, era gran tempo, avea già scoverto e dimostrato. L’uniformità delle cose trovate fu allora segno della sodezza de’ loro calcoli, e la facilità nell’arrivarle, indizio della loro utilità. Rassicurati così gli spiriti dall’autorità di Archimede divennero men ritrosi a’ metodi novelli, e intervenendo il nostro geometra non altrimenti che mallevadore autorizzò le invenzioni degli stessi moderni. È stato, egli è vero, l’onor dell’Italia il sommo La Grangia, che ha condotto non ha guari a gran luce i principj de’ moderni riducendo il calcolo sublime, proscritte le differenziali, ad algebra di variabili e finite quantità; ma fu per mezzo di Archimede, che durante l’oscurità di quei principj, si vinse la ripugnanza degl’ingegni, e si facilitò la propagazione de’ nuovi calcoli.

Dotato adunque, come egli era, di altissimo intendimento, presto nell’inventare, severo nel dimostrare avanzò colle sue scoverte la scienza, e gran vantaggio ha recato alla posterità. Ha