Pagina:Discorso intorno ad Archimede.djvu/92

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cerone prende gran maraviglia del giro de’ pianeti in questa macchina, nè mancaron di quegli, i quali colpiti, più che d’altro, forse dall’equabile conversione che aveavi degli astri, osarono dire, che la natura era stata vinta con quell’artifizio dall’ingegno di Archimede1. Tutte queste maraviglie chiaro dimostrano, che con mirabile e straordinario lavorío era congegnata quella sfera, e adatta ad effigiare gli astri e i loro moti, forse non altrimenti che oggi si fa nei nostri planetarj. Nè pare che si possa ciò richiamare in dubbio ove dalla sublimità delle sue teoriche speculazioni si volga la mente all’altra virtù del suo ingegno, che era quella d’immaginare e comporre delle macchine.

Lo spirito umano nello studio e nella invenzione delle scienze con lentezza da principio procede, e poi vago di alti concetti in multiplici investigazioni s’immerge, e in un mondo quasi intellettuale si spazia; ma come quelle a stato di perfezione ha condotto, par che si ricordi degli uomini, e scendendo dall’alto

  1. Cic. de Natur. Deor. lib. 2.