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milioni di quintali mentre l’Italia ne ha bisogno di molto di più.

Negli scambi internazionali compreremo grano, compreremo carbone, finchè l’elettrico portabile non lo avrà sostituito; compreremo cotone, compreremo ferro; questa è la triste posizione d’Italia, questo è il nostro problema di ieri e di domani: chi lo sconosce non è un uomo politico, perché il politico ricerca la verità, si ferma alla realtà delle cose; il politico va alla ricerca del possibile e del contingente e non già delle fantasticherie per una produzione di là di quella che consente il suolo del nostro paese: sforzando questo, si danneggieranno le diverse culture e, per altro, reputo che il povero agricoltore resisterebbe anche alla nostra volontà e se si trattasse di un piccolo coltivatore questo ci direbbe: non posso servirvi; io debbo coltivare anche il mandorlo, la nocciuola, gli ortaggi, perchè i frutti e gli ortaggi che manderò all’estero mi renderanno di più; ma il grano no, perocchè mi renderebbe povero e stremenzito nel portafoglio e nella salute della famiglia.


Il mercato dei grani è internazionale.

Un altro punto sul quale gli avversari si sono fermati, e che è stato come il cuore della questione in cui si è tentato anche sottilmente rinvenire colpa a carico del Governo, è il rialzo dei prezzi, intorno a