Pagina:Disputa sull'idea del commercio.djvu/2

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venderle sotto di un’altra nella stessa guisa che il commerciante le compra in un luogo per rivenderle in un altro. Si dovrà dire per ciò che il manifatturiere ed il commerciante esercitino la stessa specie d’industria? Io non ignoro che giuridicamente parlando il commercio vien definito un’azione di comprare per vendere; ma parlando economicamente questa definizione non corre come osservò lo stesso sig. Say.

L’industria commerciale non consiste nel comprare e nel vendere lochè pur si verifica di ogni altra industria, perocchè col semplice comprare e vendere non si produce nulla. La fabbricazione produce col trasformare; il commercio col trasportare. Il commercio esteriore consiste a trasportare dal di dentro al di fuori o dal di fuori al di dentro. Il commercio interiore a trasportare dall’una all’altra parte del didentro: il commercio in grosso a trasportare dalle fabbriche nei magazzini dei grossi mercanti: il commercio al minuto nel trasportare da questi magazzini nelle botteghe; in breve in qualunque guisa venga fatto, egli consiste sempre nel trasportare e nell’avvicinare la cose ai compratori. In questo come arte consiste il caratteristico del commercio, e non nell’azione di comprare di vendere e di cambiare.

Sembrami dunque che il sig. Say non sia conseguente a suoi principj e male descriva i fatti da lui stesso osservati allorchè egli fa entrare i nomi di vendita e di compra nella sua definizione del commercio. Quando si parla dell’industria che trasporta, non si dà luogo a parlare di cambio; come non se ne deve parlare allorchè si parla dell’industria che trasforma. Cambiare e lavorare, cambiare e fabbricare; cambiare