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di Rodi, colonia dorica (fondata, secondo la tradizione, da un eroe omonimo).

cammărus (gammărus),i, m. (κύμμαρος), gambero marino, Varr. e Plin.

Cămoena, V. Camena.

Campania, ae, f. (campagna, pianura), Campania, la regione più bella, più fertile e di clima più mite dell’Italia, e perciò variamente celebrata dagli antichi; capitale Capua; fiumi principali il Volturno e (come confine tra la Campania e il Lazio) il Liri; oggi Terra di Lavoro. - Deriv.: Campānus, a, um, campano, colonia, Capua, Cic.: morbus, specie di verruche sulla faccia, che erano molto frequenti in Campania. Hor.: plur. sost. Campani, orum, m., i Campani, Cic.

campesteur (raro campestris), stris, stre (campus), campestre, I) che si trova, abita, combatte, ecc. in aperta campagna, in pianura, piano (contr. montanus o collinus), loca, Liv.: iter, in pianura, Caes.: oppidum, Liv.: barbari, hostis, Liv.: sost. campestria, ium, n., regioni piane, pianure, aperte campagne, Sen. e Tac. II) partic., del campo di Marte (campus Martius), A) concernente gli esercizi ginnastici nel campo di M., ludus, Cic.: arma, Hor.: sost campestre, is, n., cintura, velo con cui i lottatori coprivano l’addome e le parti vergognose, e si portava anche d’estate sotto la toga invece della tunica, Hor. ep. 1, 11, 18. B) concernente i comizi (che si tenevano nel campo di M.), certamen, lotte nel C. di M. per ottener le cariche onorifiche, Liv.: gratia, Liv.: quaestus, il guadagno che si può fare all’occasione dei Comizi, Cic.

campus, i, m. (radice CAP, da cui anche κῆπος), piano, pianura, I) in gen., pianura, superficie piana, aperta campagna (contr. mons, collis, silva), campi et montes, colles et campi, Lucr.: come «pascolo» o «campi coltivati», herbidus aquosusque, Liv.: campi frumenti et pecoris... copia opulenti, Liv.; come «campo da seminare», Cic.: come «aperta campagna » per le operazioni di guerra (contr. mons, collis), Nep. ed a.: campis exuti, Tac.: poet. trasl. (come aequor) = ogni superficie piana, del mare, Verg. ed a.: d’una roccia, Verg.: fig. feratur eloquentia non semitis, sed campis, Quint. II) partic.: luogo aperto nella città (di Roma) destinato a pubbliche adunanze e ad altri pubblici scopi; eranvi in Roma 8 di tali luoghi, secondo altri 17 (come: Esquilinus, Agrippae etc.). Il più celebre era il campus Martius, chiam. anche sempl. campus, pianura erbosa lungo il Tevere, nella 9a regione, appartenente in origine ai Tarquinii, poi, dopo la loro cacciata, consecrato a Marte, donde il nome di Martius, luogo di riunione del popolo romano per i comitia centuriata, Cic.: quindi meton. per i «comizi» stessi, Cic.: dies campi = dies comitiorum, giorno delle elezioni, Cic.: fors domina campi, Cic.: anche luogo frequentatissimo di giuochi, esercizi, ricreazione, dei Romani, luogo di esercitazione dei soldati, Cic. Quint. ed a.: trasl. libero campo per qualunque attività, campo, teatro, lizza, arena, cum sit campus in quo exsultare possit oratio, Cic.: honoris et gloriae campus, Plin. pan.: hinc rhetorum campus (luogo comune), de Marathone etc., Cic.

cămürus, a, um (da κάμω, κάμπτω, ripiegare), curvo, ricurvo, arcuato, cornua, Verg. ge. 3, 55.

Cănace, es, f. (Κανάκη), figlia di Eolo (V. Aeolus).

cănālis, is, m. di rado f. (in orig. agg. da canna, quindi == in forma di canna). canale, condotto, acquedotto, Liv.: ed a.: trasl., del discorso, pleniore canali fluere, scorrere in più largo corso, Quint.

cancelli, ōrum, m. (dimin. di cancer), cancello, barriera, steccato, chiudenda, A) propr.: c. scenici, Varr. (anche Ov. am. 3, 2, 64, congett.), c. fori, dei tribunali, Cic. B) trasl., barriere, limiti, extra cancellos egredi, quos mihi ipsi circumdedi, Cic.: intra cancellos conjecti, in uno spazio limitato, Auct. b. Afr.

cancer, cri, m. (della stessa rad. di καρ-κίνος), granchio, gambero, I) propr., gambero di fiume o di mare, Verg., Plin. ed a. II) trasl. 1) Cancer, come nom. propr., il Cancro, nota costellazione dello Zodiaco tra il Leone e i Gemelli, da cui l’abside e il tropico del sole dell’estate prendono il nome di «abside e tropico del Cancro», Lucr., Ov. ed a. Quindi meton. a) poet. = contrada meridionale, Ov. met. 4, 625. b) per indicare un gran calore, canicola, Ov. met. 10, 127. 2) cancro, canchero, come malattia, Cels. Ov. ed a.

Candāvĭa, ae, f. (Κανδαουΐα), regione montuosa, aspra e inospitale dell’Illiria, attraversata dalla Via Egnazia.

candēla, ae, f. (candeo), I) candela, Vitr. ed a. II) cordicella coperta di cera, fasces candelis involuti, Liv. 40, 29, 6.

candēlābrum, bri, n. (candela), candelabro, candeliere, Cic. ed a.

canděo, ŭi, ēre (caneo, come ardeo da areo), esser bianco, biancheggiare, splendere, rilucere, scintillare (per lo più poet., generalm. al partic. candens), 1) in gen.: rubro ubi cocco tincta vestis canderet, Hor.: al partic., taurus candens, Verg.: circus candens, la via lattea, Cic. poët. ortus candens, l’aurora, Tibull. II) in partic. esser candente, per calore, infocato, acceso, canduit aër, Ov.: candente carbone, Cic.: candente favilla, Verg.

candesco, ĕre (incoat. di candeo), I) cominciare a biancheggiare, a rilucere, imbianchirsi, diventar bianco, solis ab ortu, Ov.: caput candescere canis, Tibull. II) in partic., diventar bianco per caldo, infocarsi, accendersi, Lucr. e Ov.

candĭdātōrĭus, a, um (candidatus), appartenente a candidato, di un candidato, munus, Cic. ad Att. 1. 1, 2.

candĭdātus, a, um (candidus), vestito di bianco, I) in gen.: vectores nautaeque candidati coronatique, Suet. II) partic., sost., candidatus, i, m. aspirante alle pubbliche cariche (che vestiva la toga candida), candidato, 1) propr.: consularis, praetorius, tribunicius, Cic.: consulatus, quaesturae, Suet.: sacerdotii, Sen. Caesaris, candidato raccomandato in particolar modo da Cesare, Vell.: quindi proverb. petis tamquam Caesaris candidatus,