Pagina:Dizionario mitologico ad uso di giovanetti.djvu/107

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pì tale avversione per lo matrimonio, che ottenne da Giove la grazia di conservare una perpetua verginità, del pari che Minerva sua sorella. Lo stesso Dio l’armò di arco e di saette; la fece regina de’ boschi, e formò il suo corteggio di un gran numero di Ninfe, ch’ella obbligava ad una inviolabile castità. Non tollerava quelle che non fossero caste come lei e discacciò dalla sua compagnia Calisto, perchè erasi fatta sedurre da Giove. Ciò non ostante le fu imputato di aver amato il pastorello Endimione, e che andasse a visitarlo in tempo di notte. Era ella quasi sempre occupata alla caccia, abitava i boschi, seguita da una meta de’ suoi cani. Vendicativa, implacabile, era sempre pronta ad incrudelire contro coloro, che provocavano il suo risentimento. Trasformò Atteone in cervo, e lo fece divorar da’ proprj cani; perchè aveva osato mirarla mentr’ella stava nel bagno insieme con le sue ninfe. La cerva ed il cervo erano a lei particolarmente consagrati. Le si offrivano alle volte delle vittime umane; Ifigenia n’è un esempio presso i Greci. Nella Tauride tutt’i forastieri naufragati presso quella spiaggia, dovevano essere immolati in suo onore. Viene rappresentata in abito da caccia coi capelli rannodati nella parte di dietro, oon un turcasso sulle spalle, ed un cane a fianco; tenendo in mano un arco teso in atto da scoccare una freccia. Le sue gambe e i suoi piedi non sono coverti che di un coturno. La sua mammella dritta è scoverta. Sovente vedesi con la mezza-luna sulla fronte in segno di esser la Luna nel Cielo. Vedesi talvolta sopra un carro tirato da cervi bianchi; talora correndo a piedi col suo cane, e quasi sempre circondata da ninfe armate similmente di arco e di saette; ma ella innalzasi al di sopra