Pagina:Dizionario mitologico ad uso di giovanetti.djvu/111

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dare le loro risposte; e perchè i divoti, che li consultavano, erano in qualche distanza, non potevano accorgersi dell’inganno.

Driadi, ninfe de’ boschi. Erano queste le divinità che presedevano ai boschi ed altri alberi in generale. Furono immaginate per impedire ai popoli la distruzione delle foreste. Per troncarsi gli alberi era d’uopo che i ministri della religione dichiarassero ch’erano stati abbandonati dalle loro ninfe. La sorte delle Driadi era più felice di quella delle Amadriadi. Esse potevano andar vagando liberamente, e danzare intorno alle querce, che loro erano consagr te consagrate consagrate ; e sopravvivere alla distruzione degli alberi de’ quali erano le protettrici. Era loro permesso di maritarsi. Euridice, moglie di Orfeo, era una Driade. Le Amadriadi morivano insieme con l’albero, al quale erano unite, allorché si fosse tagliato o diradicato, ed esse non potevano distaccarsene.


E


Eaco, figlio di Giove e di Egina, era re della isola di Enopia, detta anche Enone, cui poscia egli diede il nome di sua madre. Avendo la peste spopolato i suoi stati, ottenne da suo padre che le formiche di quel paese si fossero cangiate in uomini, che furono detti Mirmidoni. L’Attica essendo afflitta da una estrema siccità in espiazione dell’omicidio di Androgeo, si ebbe ricorso all’oracolo, il quale rispose che questo flagello cessarebbe tostocchè il re di Egina intercederebbe per la Grecia. Eaco offrì de’ sagrifizj a Giove, e tosto sopravven-