Pagina:Dizionario mitologico ad uso di giovanetti.djvu/129

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mare. Allorché i venti gittarono Ulisse negli stati di Eolo, questo Dio lo accolse con molta cortesia, e gli fece dono di alcuni otri, ov’erano rinchiusi i venti contrarj alla sua navigazione. I compagni di Ulisse, non potendo contenere la loro curiosità indiscreta, aprirono questi otri; i venti scapparono, e mossero una furiosa tempesta, che disperse quasi tutt’i vascelli di Ulisse. Questo principe ritornato presso Eolo, ne fu ributtato con isdegno, come un uomo che si aveva attirata la indignazione degli Dei. Eolo dominava talmente sopra i venti, che li riteneva, e liberava a suo arbitrio. E rappresentato con uno scettro in mano, simbolo della sua autorità. Gli si attribuiacono dodici figli, sei maschi e sei femmine, che sposaronsi tra loro. Si è voluto forse sotto questa allegoria alludere ai dodici venti principali. Nota 47.

Epidauro Delle tre città di questo nome, la più celebre era quella del Peloponneso, ov’Esculapio, Dio della medicina, aveva un tempio sempre pieno di ammalati e di tavolette, nelle quali eran descritte le guarigioni che vi si erano ottenute. Dicesi che Ippocrate avesse avuta parte di queste raccolte preziose per la umanità.

Epimenide, nato in Cnosso nella isola di Creta, era contemporaneo di Solone. Nella sua gioventù fu inviato da suo padre a custodire il gregge nella campagna; cammin facendo traviò, ed entrato in una caverna fu sorpreso dal sonno, che durò 57 anni. Risvegliato finalmente per qualche rumore, andò in cerca del suo gregge, e non avendo potuto ritrovarlo, ritornò al suo villaggio, ove tutto ritrovò cangiato di aspetto. Entrato


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