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dico di Giove. Molestato un giorno dagli ardori del Sole, montò in collera contro questo astro, e tese il suo arco per tirar contro lui. Il sole, ammirando il di lui coraggio, gli fece dono di una barchetta d’oro, sulla quale egli imbarcossi. Finalmente Ercole essendosi presentato ai giuochi olimpici per disputare il premio, e non avendo alcuno osato contendere contro lui, Giove stesso, sotto la figura di atleta, volle lottar contro suo figlio; e perchè, dopo un lungo contrasto, il vantaggio era uguale da entrambe le parti, Giove si scoprì, e fece i più grandi encomj al valore di suo figlio.

Ercole ebbe molte mogli ed un gran numero di favorite. Le più conosciute sono Megara, Onfale, Jole, Epicasta, Partenope, Auge, Astiochea, Astidamia, Dejanira e la giovinetta Ebe, ch’egli sposò nel Cielo. L’amore che concepì per Onfalo, lo indusse a vestirsi da femmina, per compiacerla, ed a filare insieme con lei.

La morte di Ercole fu un effetto della gelosia di Dejanira. Questa principessa avvedutasi che suo marito amava la giovinetta Jole, figlia di Eurito, gl’inviò una tunica (specie di camicia) tinta del sangue del centauro Nesso, credendo così impedirlo dall’amare altre donne; ma Ercole appena che si era coverto di questa fatal vesta, il veleno, ond’era infettata, fece sentirsi efficacemente nel suo corpo, e serpeggiando per le vene, penetrò fino nelle midolla delle ossa. Invano cercò egli strapparsi d’adosso questa tunica funesta, perchè erasi attaccata alla pelle, e quasi incorporata colle sue membra ed a misura ch’egli ne la distaccava, laceravasi la pelle e la carne. Ercole in tale stato infelice spingeva de’ gridi orribili, e profferiva le più detestabili imprecazioni contro la sua perfida sposa. Vedendo finalmente