Pagina:Dizionario mitologico ad uso di giovanetti.djvu/151

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Feciali, sacerdoti o ministri pubblici, i quali presso i Romani annunziavano i trattati, la pace, le tregue e la guerra. Erano venti, e tutti nobili; le loro persone erano sagre, e le loro cariche erano considerate come un sacerdozio. La loro cura principale era d’impedire che la Repubblica non imprendesse alcuna guerra ingiusta. Allorchè bisognava dichiarare la guerra, uno di essi recavasi in abito sacerdotale, e coronato di verbena, alla città o al popolo che aveva violato la pace: chiamava in testimonio Giove e gli altri Dei, e nel tempo stesso dimandava soddisfazione della ingiuria fatta al Popolo Romano. Se a capo di trenta giorni, che loro accordava, non veniva fatta ragione ai Romani, ritiravasi, dopo aver lanciata l’asta nel campo nimico.

Fedra, figlia di Minosse e di Pasife. Teseo la rapì e la sposò. Questo principe aveva avuto da Antiope, regina delle Amazzoni sua prima moglie, un figlio nominato Ippolito, che faceva allevare in Troezene. Dovendo Teseo portarsi in questa città per soggiornarvi qualche tempo, vi condusse la sua nuova moglie. Fedra in vedere il giovine Ippolito, concepì per lui una veemente passione; ma non osando dare alcuno indizio del suo amore in presenza del re, e temendo che dopo il suo ritorno in Atene non fosse privata della vista dell’oggetto amato, fece edificare un tempio a Venere sopra un monte presso Troezene, ove sotto il pretesto di andare ad offrire i suoi voti alla Dea, aveva occasione di vedere il giovane principe, che faceva i suoi esercizj nella vicina pianura. Finalmente volle manifestargli la sua passione; ma questa dichiarazione fu mal’accolta. Il suo amore crescendo di giorno in gior-