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Pagina:Dizionario mitologico ad uso di giovanetti.djvu/264

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Era un ciclope di smisurata grandezza eoa un *oV occhio nel mezzo della fronte. Ulisse essendo stato gittata dalla tempesta sulle coste della Sicilia, ove abif «vano i ciclopi, Polifemo, che nutrivasi di carne umana, lo rinserrò insieme con i suoi compagni nell’antro, ov’ogli teneva i suoi castrati per divorarli Ulisse interteneudolo col racconto dell’assedio di Troja, e dandogli infanto a- bere del buon vino, l’ubbriaco $ e quindi ajutato da suoi compagni gli crepò l’occhio con un pivolo. Il Cielope sentendosi ferito t spinse urli. terribik i vicini accorsero tutti per capere ciò che gli fosse accaduto, ed [avendogli diman dato, chi fosse colui, che lo javeya ferito, rispose, nessuno: ( poiché Ulisse gli aveYa detto che ta]e era il suo nome ). Allora essi se ne tornarono, credendo che avesse perduto il cervello. Ulisse intanto ordinò a suoi compagni di attaccarsi sotto il ventre de" castrati, per non esser arrestati dal gigante, allorché farebbe uscir il suo gregge. In effetto avvenne siccome egli aveva preveduto j poiché Polifemo nvendo levato un sasso, che cento uomini non avrebbe - jro potuto smuovere > e che serrava l’uscio della caveF - na, situossi inmaniera che i castrati non potevano passare che uno dppo l’altro tra le sue gambe 5 ed allorché intese che Ulisse e i suoi compagni eran già fuori, gV iu . seguì, e lanciò contro di essi a caso un sasso di smisurata giandezza; ma eglino apvolmente lo evitarono, e quindi imfcarcaronsi, dopo avervi perduti soli quattro de’ loro compagni, stati divorati da questo gigante. Polifemo, malgrado la sua naturai ferocia, innamorossì della ninfa Galatea, che amava teneramente il pastorello Aci. Polifemo, geloso di tal preferenza, spiava §T intrighi di questi due amanti j ed avendogli un giar*

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