Pagina:Dodici monologhi di Gandolin.djvu/93

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il veterano al congresso 87


E poi era una bella storia: si andava al caffè, all’osteria, dal sigaraio, dappertutto. Tutto pagato! Mo la cosa xe un tantino diversa. Oggi g’ho magnato appena un boccone e ho pagato 4 lire e 40. Ma non fa niente! Vago via col magon perchè mi è parso di essere tornato a venticinque anni fa, meno le penne e le ragazze. Eh.... le ragazze ci sarebbero.... ma mi mancano le penne.

Pure, stamane, alla rivista di noi Veterani al Macao mi è parso di aver non più di vent’anni. Stavo lassù fin dalle sette, con un panino in corpo e una tazza di caffè-latte, con quel sole tremendo!... Ma sì! quand’ho inteso la marcia reale e insieme l’inno di Garibaldi, eh! mi si piegavano i ginocchi, ma dài a urlare, a ballare come un ragazzino. Tutto a un tratto si fa gran silenzio intorno a me, che non ci vedevo quasi più, tra il sole, la polvere e le lacrime. Quando mi sento afferrare la mano e una voce mi dice:

— Ah! ah! lei fra tante medaglie ci ha pure quella dei mille?

— Eh!... Maestà, sì ho fatto tutte le campagne con Garibaldi.