Pagina:Don Chisciotte (Gamba-Ambrosoli) Vol.1.djvu/294

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276 don chisciotte.

vero, per non voler sostenere più oltre il peso inutile di mia persona. Restai a piedi, privo di forze, sfinito di fame senza curarmi di rinvenire chi mi porgesse soccorso, e mi rimasi non so per quanto tempo in tale situazione steso in terra senza più sentire bisogno di cibo. Alcuni caprai mi si accostarono e mi diedero senza dubbio da mangiare; ed istrutti dello stato in cui io mi trovava, furono testimoni di tante e tanto strane pazzie da me dette e fatte, che mi giudicarono uomo fuori del senno. Io medesimo me ne sono convinto, poichè mi sento sì fiacco e pesto, e cado in eccessi di frenesia, stracciandomi i vestiti di dosso, mettendo le più alte strida tra questi deserti, maledicendo la mia trista ventura, e ripetendo invano l’adorato nome della mia nemica, senza mirare ad altro che a terminare i miei giorni con voci da disperato. Quando poi torno in me stesso mi trovo sì debole e rovinato che posso movermi appena. Io soglio abitare ordinariamente nella cavità di un sughero capace di questo mio misero corpo, e i vaccai e i caprai che scorrono queste montagne, mossi da spirito di carità, mi sostentano, lasciando qualche cibo sparso per le strade e pei massi dove suppongono ch’io possa passando trovarlo; e per tal guisa, benchè mi manchi il giudizio, la naturale necessità mi fa conoscere il cibo, e mi fa nascere la volontà di prenderlo.

Altre volte, quando mi trovano in buon senno, essi mi narrano che io assalgo altrui per le strade, e che tolgo le vivande forzatamente ai pastori che se le portano dalle loro capanne, quantunque di buon grado volessero offrirmele. Passo in questa maniera la mia misera vita, finchè piacerà al cielo di condurla al suo ultimo fine o di fare in modo che si cancelli in me la memoria della bellezza e del tradimento di Lucinda, e della offesa di don Fernando: che se ciò avvenisse mai mentre pur son vivo, io tornerei a ragionar sensatamente; ma dove questo non sia possibile, non mi resterà che far voti al cielo perchè abbia pietà di quest’anima, non sentendomi io