Pagina:Don Chisciotte (Gamba-Ambrosoli) Vol.1.djvu/381

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capitolo xxxiv. 363

prudente non credo di dover altro soggiungere, ed anche sta bene ch’io non dica di più„.

Questa lettera ricevuta da Anselmo lo assicurò che Lotario aveva cominciata l’impresa, e che l’animo di Camilla era quale egli desiderava. Lietissimo dunque rispose alla moglie che non facesse novità in casa di sorta alcuna, perchè tornerebbe presto assai. Stupì Camilla della risposta di Anselmo che la mise in maggiore confusione di prima, mentre non avea coraggio di restarsene in casa e meno ancora di recarsi presso i suoi genitori. Restando, vedeva posta a cimento l’onestà sua; partendo, si opponeva ai comandi di suo marito. Finalmente si appigliò al partito peggiore, di non partirsi, proponendo seco stessa di non sottrarsi alla presenza di Lotario a fine di non provocare le dicerie dei domestici: e già rincrescevale di avere scritta al marito quella lettera; non forse potesse dargli cagione che per avere Lotario notata in lei qualche scostumatezza avesse ardito mancarle del riguardo dovuto. Posta però da lei ogni fiducia nel proprio contegno, si affidò al cielo ed alla rettitudine delle sue intenzioni, ripromettendosi di resistere tacendo a tutto ciò che Lotario fosse per dirle, senza farne altra comunicazione al marito per non metterlo in qualche cimento o in qualche tribolazione. Andava poi a poco a poco cercando maniera per iscolpare Lotario verso Anselmo, quando le domandasse per qual motivo si fosse indotta a scrivergli quella lettera: e con tali risoluzioni più onorate che prudenti, diè retta un altro giorno ai discorsi di Lotario, il quale seppe essere tanto seducente che la fermezza di Camilla cominciò a vacillare, e l’onestà sua ebbe a durare molta fatica per non palesare la compassione destata in lei dalle lagrime e dalle dichiarazioni del nuovo amante. Il quale tanto insistette, e tanto seppe assalirla, ora lodando la sua bellezza, ora piangendo e pregando, che finalmente Camilla si trovò innamorata di lui, quanto egli era di lei; e tutti e due dimenticarono Anselmo. Esempio è questo che ad evidenza ci mostra che la fuga sola trionfa dell’amore, e che nessuno dee porsi in lotta con sì poderoso nemico, perchè a vincere le umane sue forze nulla meno ci vuole che forze divine. La sola Leonella fu partecipe del segreto della padrona, perchè non poterono celare a lei i due infedeli amici e novelli amanti il loro segreto. Del resto Lotario non palesò a Camilla il disegno di Anselmo, per non iscapitare nell’amor suo, lasciandole credere che fosse tutta spontanea la sua affezione verso di lei, e non per altrui sollecitazione.

Tornò dopo pochi giorni Anselmo, e corse tantosto a vedere Lotario e lo trovò in casa: si abbracciarono entrambi; e Anselmo do-