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dei ragionamenti, e Leonella con poca vergogna e con molta franchezza rispose che sì: perchè il mal contegno delle padrone toglie la vergogna alle serventi. Altro non potè fare Camilla se non se pregare Leonella che tacesse all’amante ciò che sapeva di lei, e trattasse segretamente le cose sue affinchè non pervenissero a cognizione di Anselmo nè di Lotario. Leonella il promise, ma si condusse poi in modo da avvalorare il timore concetto dalla padrona di vedersi posta a cimento per colpa della serva nella riputazione: e ciò si accrebbe dopochè la disonesta e ardita Leonella, vedendo impegnata Camilla in un illecito amore, si era arditamente permesso di fare entrar in casa il suo amante, sulla certezza che quand’anche fosse veduto da lei, non avrebbe osato di farne motto ad alcuno: ecco il danno che corre, fra gli altri, nei traviamenti delle padrone: elle si rendono schiave delle loro serve, e trovansi costrette a tenerne celato ogni difetto. Ma le precauzioni non bastarono a mantenere il segreto, e Lotario si accorse un giorno che alcuno era uscito dalla casa di Anselmo. Non conoscendo chi si