Pagina:Don Chisciotte (Gamba-Ambrosoli) Vol.1.djvu/417

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capitolo xxxvi. 399

suprema disposizione, affinchè riconoscendosi da me il tenore della fede con cui mi amate, possiate voi ricevere un corrispondente ricambio di stima e di affetto. Quello di che vi prego si è che non mi rinfacciate il mio sconsigliato procedere e la mia ingratitudine, perchè quell’impulso che m’indusse a volervi per mia sposa, quel medesimo poi mi aveva strascinato a tentare di non esser vostro. In prova che ciò sia vero volgetevi e mirate gli occhi della già contenta Lucinda, e troverete in essi la discolpa di tutti i miei falli; e giacchè ella pervenne al colmo dei suoi desiderii, ed io in voi ho trovato chi compirà i miei interamente, viva ella sicura e contenta lunghi e felici anni col suo Cardenio, ch’io pregherò genuflesso il cielo che mi conceda lo stesso colla mia Dorotea„. Così dicendo reiterò gli abbracciamenti, ed era tanto commosso che a gran fatica impedì che le lagrime non dessero maggior dimostrazione del suo amore e del suo pentimento. Non era ciò da temersi per quelle di Lucinda e di Cardenio, e per quelle di quasi tutti gli altri ch’erano quivi presenti, da che tante ne fecero piovere dagli occhi, gli uni pel loro particolare contento, gli altri per l’altrui felicità che sembrava essere ivi accaduta qualche grande sciagura. Piangeva