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486 don chisciotte

chè ora non mi sovviene chiaramente quale sia stato il corso che tu pure facesti come geloso ed innamorato„.

Era don Chisciotte giunto a questo passo del suo doglioso ragionamento, quando la figlia dell’ostessa cominciò a far zi zi, ed a dirgli: “Mio signore, se le piace, qua, qua, si accosti„. A questa voce don Chisciotte si volta, e al chiarore della luna, la quale splendeva in tutta la sua pienezza, vede ch’era chiamato da quel buco che a lui parve una finestra colle inferriate d’oro, come sogliono essere quelle dei sontuosi castelli, qual egli s’immaginava che fosse quella osteria. Gli fece sognare all’istante la pazza sua fantasia che la vezzosa figliuola della signora del forte castello, vinta una seconda volta dall’amore suo, tornasse ad importunarlo; e con questo pensiere, per non mostrarsi ingrato e scortese, voltò le redini a Ronzinante ed appressatosi al buco, e vedute le due giovani, disse: “Sommamente mi duole, belle signore mie, che posto abbiate le vostre mire amorose sopra un oggetto che non può corrispondervi come sarebbero degne le vostre qualità e la molta gentilezza che vi adorna; ma di ciò incolpar non dovete un infelice cavaliere errante che trovasi nella circostanza di non poter obbligare la sua volontà ad altri fuorchè a quella che veduta appena dagli occhi suoi, acquistò sul cuore di lui un assoluto predominio. Perdonatemi, buone signore, ritiratevi nel vostro appartamento, nè mi costringete, mostrandovi a me affezionate, a divenire maggiormente scortese. Se da me voi volete cosa che possa appagare i desiderii vostri, ma che però non sia amore, vi giuro per l’assente mia dolce nemica di concedervela sull’istante, sebbene mi domandaste una ciocca dei capelli di Medusa ch’erano tanti serpenti, ovvero gli stessi raggi del sole rinchiusi in una caraffa. — Nulla occorre di tutto questo, disse a tal punto Maritorna. — Ebbene, rispose don Chisciotte, e di che abbisogna dunque, o saggia matrona, la signoria vostra? — Che mi porgiate una sola delle vostre belle mani, disse Maritorna, per poter isfogare sopra di essa le ardenti brame che a questo buco mi hanno tratta con sì grave pericolo del mio onore, mentre se fossi scoperta dal padre, l’orecchio sarebbe il pezzo più grande che rimanesse intero nel duro mio sacrifizio. — Vorrei vedere anche questa, rispose don Chisciotte; ma dovrà questo genitore prima pensarci bene se non vorrà condursi al più disgraziato fine che immaginar mai si possa per aver osato di porre le mani sulle delicate membra della sua istessa innamorata figliuola„.

Si persuase dopo di ciò Maritorna che don Chisciotte avrebbe porta senza dubbio la chiesta mano, e proponendo tra sè medesima