Pagina:Don Chisciotte (Gamba-Ambrosoli) Vol.1.djvu/571

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capitolo l. 553

parecchiate le tavole così simmetricamente disposte da restarne egli stupefatto e trasecolato? Oh il bell’istante quando gli danno alle mani un’acqua tutta d’ambra e di rarissimi fiori distillata! quando lo assidono sopra una sedia di avorio! quando tutte le donzelle amorosamente lo servono serbando un rispettoso silenzio! quando gli apprestano tanti diversi cibi e tanto saporitamente conditi, che l’appetito non sa più per quale decidersi! E poi che diremo di quella musica che, durante il suo pranzo, soavemente risuona da per tutto senza sapere d’onde proceda? Quando è terminato il mangiare, e sono sparecchiate le tavole, resta il cavaliere appoggiato sulla sua sedia ripulendosi i denti a suo bell’agio, ed entra intanto alla impensata per la porta della sala un’altra donzella molto più vaga delle altre, e si asside allato di lui, ed imprende a narrargli che un castello si è quello dov’egli si trova, e ch’ella vi sta incantata, con altre cose che fanno stupire il cavaliere, e destano ammirazione in tutti quelli che leggono la sua istoria. Non vo’ dilungarmi da vantaggio, perchè dal poco che ho detto si può inferire che qualunque parte si legga di ogni storia di un cavaliere errante, debb’essa produrre stupore e diletto; e credami vossignoria, come altra volta le ho detto, legga questi libri, e vedrà dileguarsi ogni


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