Pagina:Don Chisciotte (Gamba-Ambrosoli) Vol.2.djvu/109

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capitolo xi 99

stava da un lato un imperadore portando in testa una corona che parea d’oro: appiè della Morte era situato quel nume che si chiama Cupido, senza benda agli occhi, ma con arco, frecce e turcasso. Eravi pure un cavaliere armato di tutto punto, eccetto che non portava morione o celata, ma un cappello adorno di piume di varii colori; e con questi vi erano altri personaggi, di vestiti e sembianti tra loro diversi. Si sbigottì alquanto don Chisciotte a questa repentina comparsa, e tremò il cuore a Sancio, ma il primo presto presto si rallegrò credendo che gli si presentasse qualche nuova e inaudita ventura; e su questa supposizione, e con animo deliberato di cimentarsi a qualsivoglia pericolo, postosi dinanzi alla carretta con alta e minacciosa voce si fece a dire: — Carrettiere, cocchiere, o demonio quale tu ti sia, rispondimi; chi sei? dove vai? che gente è quella che guidi in questa che pare piuttosto la barca di Caronte che una carretta?„ Tranquillamente rispose il Diavolo fermandosi: — Signore, noi siamo commedianti della compagnia dell’Angelo il Cattivo1, e nel paese posto dietro quella collina abbiamo fatta stamane, in cui cade la ottava del Corpus Domini, la rappresentazione della Dieta della Morte, e dobbiamo rifarla questa sera al tardi nel paese che è qua vicino. Per la prossimità e per risparmiare la fatica di spogliarci e di rivestirci, andiamo cogli abili stessi che usiamo nel recitare, e questo giovane rappresenta la Morte, quello un Angelo; quella donna, ch’è la moglie dell’autore, è la Regina; quegli che vedete là fa da Soldato; questi da Imperadore, ed io da Demonio; e sono io una delle principali figure della rappresentazione, perchè in questi compagnia sostengo le prime parti: se altro desidera da noi sapere la signoria vostra ce lo domandi, che io le risponderò con tutta esattezza, perchè essendo io il Demonio so e m’intendo di tutto. — In fede di errante cavaliere, rispose don Chisciotte, che alla comparsa di questo carro mi figurai subito che offerta mi si sarebbe qualche grande occasione, ma dico adesso che conviene toccare con mano le apparenze per illuminarsi bene nelle venture. Andate in pace, buone genti, fate la vostra festa, e se valgo a servirvi lo farò di buon cuore e di buona voglia, perchè sino da ragazzo io fui affezionato alle maschere, e nella mia gioventù solevo intervenire alle commedie con gran piacere„.

Tra questi discorsi volle la sorte che arrivasse uno della compagnia vestito da Mattaccino con molti sonagli, e portava sulla punta

  1. Angelo el malo nato in Toledo verso il 1550 fu celebre fra i direttori di quelle truppe di commedianti chiamati autores perchè componevano essi medesimi le farse che andavano recitando.