Pagina:Don Chisciotte (Gamba-Ambrosoli) Vol.2.djvu/194

Da Wikisource.
184 don chisciotte


Si ritirò Interesse e si avanzò Poesia, la quale dopo avere danzato a foggia degli altri, posti gli occhi sulla donzella del castello, disse:

“In dolcissime parole e in eletti pensieri gravi e spiritosi, la Poesia ti manda, o mia Donna, la sua anima ravvolta in mille sonetti.

“Se la mia servitù non ti piace, la tua sorte invidiata da molte altre donne sarà portata da me al di sopra della luna„.

Si appartò Poesia, e dal lato d’Interesse uscì Liberalità, che fatte le sue mutanze, così si espresse:

“Chiamasi Liberalità il donare che tiensi usualmente lontano e dalla prodigalità e dall’estremo contrario, ch’è indizio di bassa affezione all’avere.

“Ma d’ora innanzi, per farti grande, voglio essere prodigo anzi che no: è questo un vizio per certo, ma un vizio nobile e proprio di un cuore amoroso che si manifesta coi doni„.

Uscirono coll’ordine descritto e ritiraronsi tutte le figure delle due squadre, e ciascheduna fece sue mutanze, e recitò suoi versi, quali eleganti, quali ridicoli, ma don Chisciotte ritenne soltanto nella sua benchè grande memoria i già riferiti. Unironsi di poi tutti facendo intrecci fra loro con gentil garbo e lestezza; e passando Amore davanti al castello scoccava all’alto le sue freccie, e Interesse vi lanciava le sue palle dorate. Finalmente dopo lunga danza Interesse cavò di tasca un borsone, fatto della pelle di un gatto d’Angora, e che parea pieno di danari, e gettandolo contro al castello coll’urto ne sconnesse le tavole, le quali caddero perciò, e restò la donzella scoperta del tutto e senza difesa. Le si accostò Interesse colle figure della sua fazione, e mettendole al collo una gran catena d’oro, fecero vista di prenderla, d’assoggettarla e d’incatenarla: il che veduto da Amore e dai suoi confederati si mossero come per volere levargliela. Ogni azione seguiva al suono di tamburini, ballando e facendo danze regolari. Mossero in fine i Satiri rappacificati, e con somma velocità ricomposero le tavole del castello; la donzella vi si rinserrò di nuovo, e con questo ebbe fine la danza con grande universale contento.

Dimandò don Chisciotte ad una delle ninfe chi fosse stato di quella