Pagina:Don Chisciotte (Gamba-Ambrosoli) Vol.2.djvu/285

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capitolo xxix 275

mi escono all’incontro; guarda quante fantasime mi si oppongono; mira che brutti mostacci tentano di spaventarci; ma ora ve ne accorgerete, o furfanti!„ E rizzatosi in piè nella barca cominciò a minacciare ad alta voce i mugnai, dicendo loro: — Malvagia canaglia e sconsigliata, lasciate in libertà e in pieno suo arbitrio quella persona che in questa vostra fortezza, o piuttosto prigione, tenete oppressa, alta o bassa o di qualsivoglia altra condizione che siasi, mentr’io sono don Chisciotte della Mancia, chiamato con altro nome il cavaliere dai Leoni, cui è riserbato per comando degli alti cieli di dare felice fine a quest’avventura„. Detto questo, pose mano alla spada e cominciò a schermirla per l’aria contro i mugnai, quali non udendo nè intendendo quelle pazzie, si accinsero colle loro stanghe a tenere indietro la barca, che ormai innoltravasi tanto da andare a rompersi fra le ruote. Sancio Panza si pose ginocchione, pregando a mani giunte il cielo affinchè lo facesse uscir libero da sì evidente e sì terribile precipizio: e ciò seguì per l’industria e prestezza dei mulinari, che opponendo i loro bastoni alla